Rover

L’accoglienza scout: da un arrivo ad una Partenza

Dalla Guinea all’Italia fino agli scout CNGEI: Ibrahim è arrivato in Italia nel Gennaio 2017 a Catania e dopo 8 mesi gli è stato proposto a Pisa di entrare a far parte del gruppo scout CNGEI cittadino assieme ad altri 2 rifugiati.

Un progetto di “accoglienza scout” ha coinvolto l’intera Sezione CNGEI di Pisa. Il genitore di un lupetto lavora in un centro di accoglienza (CAS) e ha fatto da punto di contatto: a ottobre dell’anno scorso i Capi hanno incontrato i ragazzi del ’98 e del ’99 ospiti del Centro, e hanno raccontato l’associazione scout.
Chi ha voluto ha partecipato ad un’uscita di presentazione delle due Compagnie e chi ha voluto è diventato un rover a tutti gli effetti!

Tra questi c’era Ibrahim: un anno fa era arrivato in Italia da soli 8 mesi, e non conosceva niente degli scout e della Compagnia Uebi Scebeli del gruppo CNGEI Pisa 3. Un anno dopo, sta per prendere la partenza. Prima di lasciare la compagnia ci siamo fatti due chiacchiere.

F: Ciao Ibra, presentati.
I: Ciao a tutti. Mi chiamo Ibrahim e ho 19 anni. Vivo a San Frediano in provincia di Pisa, sono nato in Guinea e sono arrivato in Italia, a Catania, il 28 gennaio 2017. Dallo scorso autunno sono rover della compagnia Uebi Scebeli. Presentati anche tu però.

F: Hai ragione. Sono Fede, il tuo Capo Compagnia, anche io dallo scorso autunno.
Partiamo proprio da lì, da un anno fa. Qualcuno ti propone di fare attività con un gruppo scout, e tu accetti di provare. Cosa hai pensato?
I: Gli scout un po’ già li conoscevo, in Guinea ci sono, anche se fanno attività molto diverse dalle nostre. Li vedi quando bisogna accogliere delle personalità, insieme alla polizia. Quando mi hanno chiesto se volevo provare ad andare con loro, ho detto: “Perché no?”. Non è che mi capita spesso di fare questo genere di cose, qui in Italia.

F: Che genere di cose?
I: Eh quelle che abbiamo fatto. Intendo che quando sei in un centro di accoglienza non sono molte le occasioni per incontrare qualcuno all’esterno.

F: Dopo la prima riunione, sei tornato alla seconda, e poi non hai più smesso. Quest’anno abbiamo fatto diverse attività: quali secondo te sono state le più belle e interessanti?
I: Mi è piaciuta molto la convivenza, vivere a Pisa per una settimana con tutti voi, condividere tutti i giorni la tavola. La mostra di fotografie al Teatro Rossi mi ha sorpreso tantissimo, non ero mai stato in un teatro in Italia, e quello è bellissimo, e lì c’erano molte persone a vedere le foto delle nostre attività. Poi l’Estate Rover… (inizia a ridere)

F: Perché ridi?
I: Lo sai, Fede. È stato difficile per me, non avevo mai camminato in montagna. La sera ero sempre molto stanco, però stare così tanti giorni lontano da Pisa è stato bello.

F: Ci sono state alcune difficoltà durante l’anno, fra riunioni e attività?
I: L’italiano un po’, soprattutto all’inizio. Non capivo proprio bene tutto, perché lo studio a scuola ma non mi capita spesso di parlarlo, a casa ci sono tantissime lingue ma l’italiano proprio è una delle ultime. Per fortuna Ceci e Alice quando non capivano mi spiegavano in francese… Poi il cibo: il mangiare africano è diverso, lo sai abbiamo cucinato il platano al campo invernale. Però lo puoi comprare solo in alcuni negozi, e quest’estate in montagna non c’erano: dopo tanti giorni senza, mi mancava.
E anche la cosa che a ogni uscita dovevamo mandare la richiesta in prefettura, dovevi farlo per tempo o non potevamo venire.

F: In compagnia quest’anno eravamo tanti. Con gli altri rover come ti sei trovato?
I: Bene, in generale. Come dicevo non mi capita spesso di stare con persone italiane della mia età. Con qualcuno riuscivo a comunicare meglio, con altri magari con più difficoltà. Sono stato molto contento quando dopo una riunione ci siamo fermati fuori dal Comune, che c’era una manifestazione con anche dei miei amici del centro di accoglienza. O anche quando una sera qualcuno è venuto alla festa di fine Ramadan. È stato bello.

F: Domani la partenza: cosa ti resta dell’anno passato?
I: Be’ ho conosciuto voi…

F: E un dopodomani? Quali programmi hai per l’anno che viene?
I: Ne abbiamo parlato al campo, no? Forse inizio a fare il servizio civile, ma dipende dalla risposta della commissione alla mia richiesta di asilo. Se resto a Pisa mi piacerebbe anche entrare nel, come si chiama, clan e dare una mano a cucinare ai campi dei più piccoli. Come si chiamavano?

F: Lupetti e lupette!
I: Ecco sì, speriamo.

F: Molto bene. Grazie della chiacchierata Ibra. Noi ci vediamo domani.
I: Grazie a te, e un saluto a tutti!

andrea.colombo

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